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18° Festival Teatrale di Resistenza | Istituto Cervi

Organizzazione Istituto Alcide Cervi > Presidenza senatrice Albertina Soliani > Direzione Paola Varesi
Consulenza culturale e Copywriting delle motivazioni della Giuria: dp | Damiano Pignedoli
18° Festival Teatrale di Resistenza: spettacoli vincitori e motivazioni della Giuria

Giunto al diciottesimo anno di vita, il Festival Teatrale di Resistenza è diventato davvero grande. Nel tempo ma anche nello spazio della collettività. Sondandone in lungo e in largo l’intreccio complesso di problemi e aspirazioni, attraverso i mezzi di indagine e acceso stimolo dell’arte del teatro.
Il Teatro del resto è altresì arte dello stare insieme, qui e adesso, provando a interrogare un futuro che sia di sviluppo e progresso reciproco, nonostante il ripetersi di strette inumane della grande Storia.

Seguendo una tale ottica, dunque, la Giuria di questa edizione del festival ha inteso proseguire una pratica di condivisione anche delle risorse economiche messe a disposizione dei vincitori della rassegna, attribuendo ciascuno dei tre premi a un’esperienza teatrale diversa. Continuando perciò, com’è consuetudine della manifestazione, a sostenere nella maniera più ampia possibile un bene culturale e di partecipazione sociale che è di tutti. Nessuno escluso.

Tanto più quest’anno, in cui i voti attribuiti dagli spettatori si sono avvicinati in modo sorprendente, pur con i debiti distinguo, a quelli espressi dagli esponenti della Giuria.

La quale assegna, quindi, il 1° Premio allo spettacolo Alfonsina Panciavuota della compagnia Teatrodallarmadio con la seguente motivazione:

Una favola nera di riscatto, scritta e interpretata da Fabio Marceddu con cura artigianale, lavorando per sottrazione la propria recitazione vibrante che tocca e commuove nel risuonare solitario di più voci e figure. Una creazione incardinata nella finissima regia di Antonello Murgia che disegna l’itinerario iniziatico e liberatorio di una donna povera, venduta a soli dieci anni d’età a una famiglia di proprietari minerari: detentori di un potere oppressivo e violento nella Sardegna del secondo dopoguerra del secolo scorso. Un’opera capace di restituire il nodo di storie di una generazione di madri e donne non solo sarde, ma di ogni luogo e tempo dove c’è un’Alfonsina Panciavuota affamata di equanime rispetto, giustizia e amorevole dignità contro le tracotanze dei potenti.
Il 2° Premio attribuito della Giuria incontra il favore decretato dal voto degli spettatori per lo spettacolo Dita di dama interpretato dalla sola Laura Pozone e da lei diretto con Massimiliano Loizzi, per la produzione di Teatro della Cooperativa e Aparte ali per l’arte.
Tuttavia, sulla base del principio di condivisione delle risorse economiche prima esposto, e tenendo comunque conto di taluni aspetti di apprezzabile valore artistico, la Giuria ha deciso – in modo insindacabile – di assegnare il secondo posto allo spettacolo Fontamara del Teatro Lanciavicchio, dal noto romanzo di Ignazio Silone; ribadendo al contempo la propria piena soddisfazione per il Premio del Pubblico attribuito allo spettacolo Dita di dama di e con Laura Pozone.

Per cui, ricapitolando, la Giuria dichiara vincitrice del Premio del Pubblico la pièce Dita di dama a cui si dedica la seguente nota di merito:

Una creazione teatrale che diverte e fa riflettere, ricordando come il divenire storico presenti anche vicende di vittoria – per quanto sofferte e a duro prezzo – riguardanti i diritti sociali, civili e lavorativi delle persone. Tutta sola sul palco, Laura Pozone risalta per la capacità recitativa ariosa e nitida nel tratteggiare i contorni precisi di una ricca selva di personaggi, rendendoli immediatamente riconoscibili e ricollegabili al flusso scenico della storia da parte dello spettatore. Dal libro omonimo di Chiara Ingrao e in un impianto registico oltremodo sobrio, la Pozone riesce a fare luccicare con trascinante brio il romanzo di formazione di una donna. La quale cresce e si supera, nei suoi limiti e paure, quando diventa parte attiva di qualcosa di più grande di lei: ossia, una comunità autentica e copartecipe nel sogno di una vita migliore per ognuno.
Infine, 2° classificato per decisione – come si è detto – della Giuria, è lo spettacolo Fontamara della compagnia del Teatro Lanciavicchio in coproduzione con il Teatro Stabile d’Abruzzo, con la seguente motivazione:

Lungo un tragitto di drammaturgica linearità, prende corpo e polifonia di voci l’epica popolaresca dei «cafoni» dell’arretrata Marsica abruzzese, ritratti dalla penna di Ignazio Silone durante gli anni dispotici del fascismo. La regia compone una cerimonia ieratica che evoca un quartetto nerovestito di testimoni, sempre seduti davanti a una vuota schiera di sedie e accanto a uno dei figli sopravissuti a quella terra martoriata da sfruttatori collusi con il potere fascista. Convincono le sporcature dialettali inferte dai quattro attori al testo e la loro coesione, che crea maggiore empatia verso gli spettatori. Apprezzabile pure il riferimento all’attualità, anche se non pienamente riuscito né sviluppato, grazie alla presenza del figlio superstite dal colore della pelle che richiama quello di altri sfruttati: i migranti di oggi, cioè, provenienti da altre terre così lontane eppure sempre così vicine.
18° Festival Teatrale di Resistenza | Istituto Cervi
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